Il coraggio di salvare la democrazia
La pandemia di COVID-19 ha prodotto nel mondo effetti molto negativi sul Prodotto interno lordo e sul debito pubblico. Secondo una stima del Fondo Monetario Internazionale, nel 2022, il rapporto tra debito pubblico globale e PIL supererà, per la prima volta, il 100%. I livelli attuali di indebitamento dell’Italia sono paragonabili, nella storia del Paese, solo a quelli raggiunti dopo la Prima Guerra Mondiale. È il caso di chiedersi se le democrazie:
a) si siano dotate di sistemi istituzionali e modelli di stato sociale compatibili con le risorse disponibili,
b) avranno la capacità di risposta e adattamento ai cambiamenti.
In questo lavoro si cerca di rispondere a queste domande, facendo delle modeste proposte riferite al caso italiano. Ci si sofferma in particolare sugli interventi di stimolo alla crescita, partendo da un’analisi dell’andamento demografico e della produttività che, secondo la maggior parte dei macroeconomisti, sono le due principali determinanti dello sviluppo economico. Il PNNR recentemente approvato e gli obiettivi strategici annunciati dall’Europa, sembrano andare verso la giusta direzione. Ma si ha la sensazione che, nel caso dell’Italia, le misure di natura normativa o finanziaria non siano sufficienti, perché i nostri problemi affondano le loro radici nella difficoltà di adattamento ai nuovi scenari. Ma la democrazia sopravvive se è in grado di prendere le decisioni che, nel tempo, possano garantire il benessere e la coesione sociale. È indispensabile un grande sforzo, che deve partire dalla politica, per superare la resistenza delle persone ai grandi cambiamenti che verranno. È giunto il tempo di pensare alle future generazioni, è giunto il tempo del coraggio, il coraggio di salvare la democrazia.