“Machado coglie in modo perfetto e anticipato la nuova figura sociale dello scrittore-giornalista (attualmente egemonico in buona parte del mondo), che secondo lui definisce la nuova entità letteraria; questa nuova figura di scrittore diviene anche giornalista, mescola il futile e l’utile, il serio e il frivolo, la critica e il posizionarsi. Incarna una sorta di colibrì, un mutante che svolazza e succhia modelli, idee, comportamenti, stili, razzismi, sessismi, provenienti da ogni parte e che dirige sinfonie, quartetti, ‘a solo’, con la sua penna-occhio”.
Massimo Canevacci
“Machado de Assis scrive più di 700 cronache, per quarant’anni, narrando e commentando momenti cruciali del Brasile moderno, come la Guerra del Paraguai, l’Abolizionismo, la fine della Monarchia e l’inizio della Repubblica, il nascere del primo capitalismo, lo sviluppo delle grandi città, concentrate soprattutto a Rio de Janeiro, São Paulo e Salvador de Bahia. Le tematiche sono tra le più diverse: critica sociale e politica, critiche d’arte, di teatro e letteratura. Si può dire che Machado riprende le grandi tematiche europee, ma interpretandole secondo una prospettiva brasiliana (…). In definitiva, le cronache rappresentano per lo scrittore un autentico laboratorio, quasi dei testi prova dove esercita le sue tecniche letterarie, le stesse che utilizzerà nelle opere letterarie”.
Rita Ciotta Neves
“(Penetriamo) nel cuore dell’opera machadiana, in quello che costituisce la sua propria essenza, ossia la sua funzionalità come opera di critica sociale. E qui torniamo necessariamente a cosa significa Machado de Assis come interprete della società del suo tempo”.
Astrojildo Pereeira