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- La funzione sociale dello psicoterapeuta
Scopo di questo testo è colmare una lacuna formativa relativa al percorso di ogni psicoterapeuta che affronta problematiche cliniche in un medium sociale in perenne e rapidissimo mutamento. Lacuna che riguarda sia il piano teorico-concettuale (non esiste, almeno in Italia, una psicoterapia sociale nonostante si moltiplichino le iniziative con tale intenzione), sia il piano clinico (non è affatto chiaro come e dove si debba tradurre una consapevolezza della funzione sociale nella pratica clinica).
L’incontro con il campo socio-psichico del paziente, l’idea di incontrare nel paziente un sistema-paziente come portatore di una trama genealogica e sociale, l’idea di responsabilizzarsi circa i legami sociali come aspetto cardine della mission professionale, la maggior consapevolezza dei fattori di cornice e dei codici culturali prevalenti, non migliora semplicemente il lato “competenze sociali” dei pazienti, ma ha, a cascata, ricadute su tutto l’approccio e lo stile del professionista verso i propri pazienti ed il modo in cui si rappresenta i loro problemi.
Di fatto un nuovo approccio etico-pragmatico alla professione di psicoterapeuta.
Le implicazioni e le ricadute di questo primo tentativo di concettualizzazione sulla teoria e pratica della psicoterapia sociale sono innumerevoli e riguardano soprattutto l’assetto interno dello psicoterapeuta e la sua idea di benessere psicologico in questo momento storico e in questa realtà sociale, ma anche, come detto, il suo posizionarsi eticamente rispetto alla professione.