Il testamento di un pinguino

Gli autori
Midiri Giuseppe

Midiri Giuseppe

Chirurgo, già Professore Associato Sapienza Roma

Giuseppe, un giovane chirurgo, è sommerso dalle responsabilità che la professione gli impone. “Un giorno qualunque” egli incontra Romigio, un anziano collega molto malato, con il quale, rivisitando storie realmente vissute dall’autore, si confronta sui temi fondamentali della professione e della vita in genere: la medicina intesa come un servizio e l’insegnamento visto come un’arte, l’amore per gli altri, per la propria donna, per la vita, il rapporto con la fede, l’affrontare la sofferenza e la morte nella speranza della resurrezione. Anche Romigio ha attraversato crisi personali da quando si è reso conto, come il suo giovane collega, di essere sull’orlo del “nulla”. 
A quel tempo poi egli, in base ad un gioco che faceva con i suoi figli, impersonava un pinguino, un animale che “se cade, continua il suo cammino scivolando di pancia sul ghiaccio spingendosi con le sue alucce per poi rialzarsi e raggiungere le mete che si era prefissato”. Romigio lancia il suo testamento etico, il testamento di un pinguino, appunto, a Giuseppe ed a Maria, un giovanissimo medico che compare nell’epilogo del racconto, affinchè raccolgano il testimone della staffetta della vita.

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