I ricordi di Ettore sono delle micro sceneggiature. Romanzi di una Roma lontana, piena di vita e di umanità, a volte cattiva e spaventosa, sempre implacabile. La Roma che racconta Ettore è una città mitologica, abitata da sopravvissuti. Il rione Trastevere non è quello di oggi, di ristoranti dozzinali e pizzerie scadenti, di turisti e perbenisti. Nella Trastevere che racconta questo libro c'è gente di strada, umorale, cinica, felice, ubriaca di vita, in equilibro sull'argine del Tevere con le saccocce vuote. C'è un Rione amorevole come una madre, solidale e misericordioso, che sa proteggere i suoi figli e ha la forza di non abbandonare nessuno. È una città nella città, che a volte cade, che perde il passo, ma che ogni volta si rialza. Una città che incassa i colpi e li restituisce col sorriso sbilenco. Lo stesso che aveva sempre Ettore quando ci raccomandava di uscire di casa "co' du' pàra de mutànne de fero. Una pe' davanti e una pe' de dietro".
Uno de Nojantri
Gli autori
D'Andrea Fabio
Infermiere