Il titolo completo è “Scampoli di storie che non ce la fanno a diventare una vita” per ricordare quei negozi di tessuti che vendevano a buon mercato tagli di stoffa pregiata, ma insufficienti per un abito intero (i rimasugli) che mia nonna cuciva insieme per rivestirmi in qualche modo: pezzi troppo belli per gettarli, ma troppo piccoli per bastare da soli. Ognuno dei personaggi, infatti, meriterebbe di diventare un romanzo, ma servirebbe un sarto più fantasioso a decorarli. Quegli abiti raffazzonati per durare più a lungo ad un certo punto venivano anche rivoltati, allo stesso modo ognuno porta dentro di sé la sua ombra perché come diceva Pascal non siamo talvolta angeli sublimi e talaltra demoni immondi ma angeli e demoni, insieme. Le storie dove fanno continuamente capolino l’amore, la morte e il caso, le ho rubate da quelle che non mi stanco mai di ascoltare dei miei pazienti, dalle mie storie personali più banali. Spesso i personaggi si collocano agli estremi di un unico continuum finendo paradossalmente per assomigliarsi. L’apparente cinismo freddo e distaccato e l’ironia beffarda sono solo una mia antica difesa da un coinvolgimento intimo profondo temuto perché foriero di intollerabile sofferenza quando sarà il momento dell’ineludibile distacco.
Scampoli
Gli autori
Lorenzini Roberto
Psichiatra, psicoterapeuta