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- Prosciugare lo Zuiderzee
Lavoro della cultura ed elaborazione simbolica in psicoanalisi
Ad un secolo di distanza dai primi attacchi patiti dalla psicoanalisi all’interno e al di fuori del suo campo disciplinare, quando tutt’oggi pur sempre intensa si mantiene l’ostilità ad essa rivolta a causa della inevitabile vis critica di cui è portatrice nei confronti di approcci teorici o strategie metodologiche e terapeutiche saldate al positivismo dell’universo neuroscientifico o psicologico cognitivo, per mezzo invece delle ragioni espresse da Freud con l’ausilio della metafora del prosciugamento dello Zuiderzee permangono ancora figurabili e sostenibili i motivi della tutela della non derogabile specificità del suo sapere, della sua necessità, della euristicità del suo contributo alla comprensione e alla cura dell’uomo e della cultura in sofferenza. Attraverso il prisma significante offerto da questa metafora posta al centro della sfaccettata allegoria delle opere di bonifica svolte nel paesaggio olandese, risultano considerabili e inquadrabili entro un intero percorso di ricerca anche i diversi scorci prospettici forniti dai discorsi svolti negli studi riuniti in questo volume. Di contro al ricorrente annuncio ‘scientifico’, sociologico e psicoterapico del superamento in corso o della avvenuta ‘morte’ del pensiero freudiano e della psicoanalisi, è con ciò rimarcata e valorizzata piuttosto l’indispensabilità di una sua riproposizione e rimessa al lavoro.