- Home
- Psicoanalisi
- Cosmogonia della vita infantile
Saggio sulla crudeltà del vuoto e il suo eccesso sessuale
Le scienze biologiche ci hanno insegnato quali lotte mortali siano necessarie affinché l’ambiente primitivo consenta di far parte integrante “dell’unità primaria individuo-ambiente” e permetta l’emergenza della vita infantile e del suo “impulso primario distruttore”, come indicato dal pensiero di Winnicott.
Questo libro avanza l’ipotesi che questa crudeltà primitiva dipenda dalla dinamica del vuoto in cui origina l’essere umano e da cui si manifesta l’espansione procreatrice, ad ogni nascita, come un eccedente libidico che minaccia l’unicità infantile primaria. Il destino dell’infantile è, fin da allora, funzione della capacità della “femmina madre” di diventare il corpo nascosto del godimento incestuoso di questa libido vorace e irreprensibile, allo scopo di trasformarla in libido narcisistica del bambino.
Si pone così la necessità di rivisitare i concetti fondamentali della psicoanalisi in una nuova cornice epistemologica sviluppata a partire dalle leggi della dinamica compulsiva del vuoto primitivo e fondata sull’analisi dello sviluppo di questa dinamica attraverso la sintomatologia clinica.
Al di qua della sessualità umana, basata sulla proibizione dell’omicidio e dell’incesto, le tesi di questo volume chiamano gli psicoanalisti a testimoniare sulle forze disumane della sessualità del vuoto primitivo, che diventa il luogo di germinazione sotterranea di quelle spinte che implicano un incesto che resta senza traccia e che rappresenta un vero e proprio sacrificio umano. L’infantile è, in effetti, l’erede dei rischi di un tale sacrificio che hanno infestato la sua preistoria personale e che gli impediscono anche di assimilare le eredità affettive e gli stati psichici delle generazioni precedenti.