Questa è la storia di Francesco Macrì e del suo grande impegno perché il “Jammer” fosse adottato dalle nostre istituzioni. “Jammer” curiosa parola straniera che fa pensare ad uno sport per giovani e che invece connota un dispositivo che disturba le frequenze GSM, radio e GPS. Il jammer può impedire l’esplosione di un ordigno e le comunicazioni telefoniche di una specifica area. Wikipedia ci avvisa che non vi sono in merito fonti esaustive e neutrali sull’argomento.
Questo libro vuole essere invece la prima fonte portavoce di alcune certezze.
La prima nota a tutti: come ogni oggetto anche questo non è buono, né cattivo, dipende da chi lo adopera e come.
La seconda: la vita di Giovani Falcone e Paolo Borsellino e dei loro agenti si sarebbero potute salvare.
La terza: i boss, una volta detenuti non chiamerebbero più per impartire ordini dalla cella. Toto Riina non avrebbe potuto programmare le stragi a Roma e Milano dalla sua cella, come accadde nel 1993. La prigione non sarebbe più la succursale degli affari della criminalità organizzata. Il carcere potrebbe debellare quel cancro incurabile che è diventata la criminalità organizzata nel mondo.
Queste tre convinzioni sono alla base del racconto di questa vicenda con la speranza che i morti del passato salvino gli eroi del presente e che la parte nera e sporca di ogni società abbia vita dura.
Quando il boss non telefona più
Gli autori
Roselli Valentina
Giornalista