L’assenteismo non poteva quindi che essere una specialità italiana - e tra le più peculiari. Ancora oggi, l’impiegato, il funzionario di questo o quell’altro pubblico ufficio risulta più spesso assente che presente: è fuori stanza (nel migliore dei casi), è in malattia, è in ferie. Insomma, non c’è.
E al suo posto non c’è un altro.
Ignoto negli altri paesi, l’assenteismo, a parlarne all’estero, dà luogo ad equivoci. Per gli orientali è una religione. E a ben guardare, il nome di una religione sembra avercelo, almeno per assonanza: buddismo, islamismo, assenteismo. Persino la sua etimologia (benché maccheronica) suggerisce un’interpretazione teologica. Assen: assenza; teismo: che attiene a Dio. Un dio così remoto da risultare assente, da essere anzi l’Assenza stessa. L’Essenza dell’Assenza. Suggestivo! Il che, comunque, non deve indurci a confondere l’Assenteismo con l’Ateismo: per l’Ateismo Dio non c’è, per l’Assenteismo c’è, ma è fuori stanza.
Da Gli Asterischi di Pino Caruso
“Gli Assenteisti italiani al Louvre”