Una storia densa di argomenti, di suggestioni, la storia di un’amicizia e di un legame indissolubile, sugellato da un dono inaspettato. Linda Toleman e Greta Olmens vivono a Copenaghen e abitano in un suntuoso palazzo di Sankt Thomas Plads. Le loro vite si incrociano fin da bambine, con prospettive differenti. Linda è la figlia del portiere, un tempo proprietario dello stabile. Greta, invece, è la figlia di una nota scrittrice danese, donna affascinante quanto algida, ossessionata dal suo lavoro. Le due amiche crescono insieme in un rapporto equilibrato e felice dove a dividerle vi è solo l’ascensore del palazzo, simbolo metaforico di un’ascesa e discesa sociale. Linda vive nel seminterrato, l’appartamento del portiere, Greta in un attico da sogno dove si coltiva l’idea di bellezza che non ammette confini. Dalla sua condizione Linda impara a cogliere i dettagli della quotidianità, particolari, apparentemente insignificanti, che un giorno si riveleranno utili per la sua professione di psicologa. Ma gli anni trascorrono, tutto muta e nulla è più come prima, compresi i sogni. Linda è diventata madre, ha coronato il suo desiderio che nel frattempo si è tramutato in un’ossessione feroce che la porterà sull’orlo dell’abisso, in un punto di non ritorno. Si ritrova a soffrire una nuova quotidianità, un cambiamento, fatto di luci e ombre. Una vita contrassegnata anche dall’aridità per i suoi amori mancati. Troverà forza nello sguardo e nella mano di un giovane musicista, Lucas Lund, per fuggire dalla realtà e trovare consolazione nella fantasia.
Entra in scena così Ballerup, una struttura psichiatrica distante pochi chilometri da Copenaghen, dove Linda verrà rinchiusa portando con sé un segreto, inconfessabile, duro, violento. Il suo analista, il dottor Oliver Kamp, cercherà di ripercorrere con lei la sua vita, in una serie di colloqui pieni di flashback e colpi di scena. Lo psichiatra interviene nella storia come un deus ex machina, accompagnando il lettore negli angoli bui della mente di Linda. La storia è un continuo gioco di specchi che porta il lettore ad immergersi in ognuno dei personaggi fino a condividerne le paure e le fobie, una scrittura fluida che agisce con una presa potente, facendo emergere in ogni pagina le fragilità e le passioni contraddittorie dei personaggi.
La verità di Ballerup (secondo e ultimo volume iniziato con Il segreto di Ballerup) è prima di tutto un romanzo introspettivo, psicologico, visionario che strizza l’occhio al noir e al thriller. L’autrice mette in scena i personaggi come in uno spettacolo teatrale, facendoli comparire e scomparire in un meccanismo perfetto, tutti sono fondamentali nell’evolversi della narrazione, tasselli di un quadro che prende forma gradualmente. Giunto alla fine il lettore avrà interiorizzato il segreto di Linda e si ritroverà di fronte ad un ultimo specchio, un bivio: credere o non credere alla forza dell’immaginazione e al motore potente della passione. Perché tutti cerchiamo alla fine di purgare i nostri dolori e i nostri peccati, per poter ricominciare una nuova vita su questa terra. Guardiamoci a fondo e ascoltiamo chiunque ci passi accanto, perché potrebbe essere quel Dio che abbiamo sempre cercato.