Il lavoro vuole offrire al lettore una guida introduttiva ai concetti fondamentali della cura psicoanalitica nel campo della nevrosi secondo una prospettiva lacaniana. Si tratta di una guida che intende evidenziare quella che potremmo definire la logica “invariante” della direzione della cura con il soggetto nevrotico, intrecciando teoria e frammenti clinici. I cinque capitoli che compongono il testo trattano dell’inconscio come condizione preliminare per la possibilità di svolgere un’analisi, del sintomo come causa che spinge a domandare un percorso analitico, dei colloqui preliminari come determinanti per avviare il lavoro dell’associazione libera, del transfert come strumento che l’analista deve sapere maneggiare per il proseguimento e la conclusione di tale lavoro, del “desiderio dell’analista” come funzione che consente di sostenere l’interpretazione, l’atto analitico e la posizione dell’analista tout court. In un tempo in cui viene messa in dubbio la validità della pratica psicoanalitica – oltre che la sua utilità –, l’auspicio che sottende la scrittura di questo saggio è quello di dimostrare che, se è vero che essa non può essere annoverata all’interno della famiglia delle scienze, segue comunque una logica che può essere trasmessa. Una logica senza standard, giacché ogni incontro con la sofferenza prevede che l’analista risponda al paziente che bussa alla sua porta divenendone il “partner” più intimo. Una logica non senza principi, nella misura in cui prevede dei passaggi ineludibili che sono in grado di illuminare il lavoro diretto dallo psicoanalista.