Ti venivo a trovare in Via Nizza, come tanti di noi hanno ricordato, ed ogni volta che uscivo da lì mi sentivo come ebbra, tanti erano gli stimoli che mi avevi dato. Uscivo con sottobraccio tuoi scritti che ogni volta mi donavi. E mi ci voleva un tempo per riordinare le idee su ciò che ci eravamo detti e dati. Un tempo per scegliere l’ordine con cui leggerti, un ordine che non era mai un ordine.
…
Ti leggevo. E subito mi veniva il desiderio di scriverti, prima in brutta copia, come si faceva un tempo, poi ricopiando a mano, come si faceva un tempo.
Più volte mi dicesti che avresti desiderato la pubblicazione di queste mie lettere post-mortem (“Ho la sensazione di parlare attraverso di te”, mi dicevi), come un dialogo serrato tra noi due. Eccomi a farlo, Bruno, so che ne sarai felice.
A dialogo con Bruno Callieri
Gli autori
D'Ippolito Maria Mirella
Psicologa, psicoterapeuta