- Home
- Sociologia
- Fine del lavoro
Senso del lavoro e della vita al tempo della Contro-Evoluzione Etica e superamento del principio economico
Fine del Lavoro sostiene che il paradigma economico sia il vero ostacolo all’autorealizzazione dell’individuo e allo sviluppo della Civiltà umana. L’umanità ha compiuto uno scatto evolutivo, la Contro-Evoluzione Etica, per cui il senso del suo agire non sta più nell’economia, che ha mutuato in sé le regole (evolutive) della lotta per la sopravvivenza, ma nel passaggio fondamentale dall’io al tu.
Il lavoro, oggi, è un espediente di sopravvivenza per potersi dedicare al vero Lavoro: realizzare il proprio potenziale. Ma ciò è possibile, e non sempre, solo a livello intimo, famigliare: l’agone pubblico è dominato dalla legge economica. Il che conduce ad uno stato di schizofrenia: ridurre l’universale al particolare è una violenza, oltre che una contraddizione in termini.
Fine del Lavoro vuole: fornire, attraverso un excursus nella storia dell’evoluzione, gli elementi scientifici per cogliere i passaggi logici che hanno portato all’esponenziale salto evolutivo umano, che però lo mette in crisi nella gestione del cambiamento (1° capitolo); mostrare le contraddizioni dell’individuo contemporaneo, l’Uomo Sincronico, che riceve dal contesto un’investitura superomistica e con essa l’illusione delle infinite possibilità… ma con un punto di non ritorno: Lavorare la vita significa coglierne il senso (2° capitolo); delineare la Contro-Evoluzione Etica come chiave di lettura di uno scenario che si rivela assai ambiguo: il confronto tra ciò che non è (economia) e ciò che non è ancora (etica) svela che ciò che chiamiamo realtà, in fondo, è del tutto irreale, giacché lavora contro l’uomo e contro il suo divenire, anziché a suo favore. Ma la direzione verso un cambiamento epocale, per quanto visionaria, è già reale: basta capire cosa significhi che l’uomo è ormai Contro-Natura (3° capitolo).