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- Animamediatica 9-2022 Ebook
CELARE/SVELARE vol. 1
Il mondo sta rapidamente cambiando, ancora una volta. Nuovi assestamenti geopolitici si delineano e i conflitti, che non sono mai mancati, ma rispetto ai quali il mainstream informativo taceva o parlava assai selettivamente, sono adesso alle porte di casa. Come sempre, in tempi di guerra, della verità si fa strame. I maggiori canali informativi spesso agiscono come prestidigitatori: fanno apparire e scomparire dai palinsesti eventi e processi, suscitando ora clamore e shock, ora silenziando e tralasciando il progredire di fatti terribili e dolorosi. Tanta episodicità disorienta il pubblico, generando in esso un’ansia diffusa e una povertà di pensiero.
In questa temperie di demagogia e ottusità, diventa difficile valutare quali siano le voci lucide e oneste. Corre una linea sottile tra la stupidità e il cinismo delle grandi manovre e le amene idiozie del pollaio di casa: esistono, per fortuna, persone intelligenti e di buona volontà, e queste qualità dobbiamo onorarle, coltivarle,
stimolarle e aiutarle ad affermarsi in tanto chiasso mediatico.
Qualche anno fa, in una delle nostre rituali conversazioni, Giuseppe Lippi – la cui finezza culturale si accompagnava a una sottilissima sensibilità psicosociologica – mi evidenziava quanto l’evaporare della buona educazione a livello sociale fosse stato “costruito” sistematicamente attraverso il degrado del linguaggio televisivo: per anni, dagli schermi, autori, conduttori, ospiti hanno volutamente lasciato intendere che la rozzezza, la ruvidezza dei modi, il laidume e la sconcezza, l’attaccar briga, il parlarsi sopra, l’inveire e tutte le altre modalità più grezze, che hanno richiesto secoli di moderazione e sublimazione confluite nelle “buone maniere”, fossero espressioni di autenticità. Invece, si trattava esattamente del contrario: di un artificio per offuscare il pensiero che precede la parola, per eludere la fatica di trovare ed esprimere idee sostanziose, originali e intelligenti. In qualche modo, abbiamo assistito (e continuiamo ad assistere) al freudiano ritorno del rimosso - lo stesso che esplode nelle atrocità delle guerre -, al riemergere incontrollato di pulsioni cieche e feroci, la cui liberazione porta a scannarsi reciprocamente e ad erodere la fiducia e la coesione sociale. Infatti, ciò che Monsignor Della Casa, con il suo Galateo (1558), diffonde fuori dal ristretto mondo delle corti è l’invito a cesellare le manifestazioni più brute e arroganti. Il letterato toscano, lungi dal celebrare l’ipocrisia e la falsità, invita all’onestà garbata, alla comprensione delle altrui propensioni e a una comunicazione che si sintonizzi con la capacità che l’altro ha di recepirla.
L’eleganza, il riconoscimento reciproco,
lo sforzo di incontrarsi su un terreno comune, pertanto, servono a stabilire e mantenere legami saldi e fruttuosi nel tempo: ciò che viene celato di sé non vuole ingannare, dunque, ma liberare uno spazio d’intesa tra esseri umani, svelando possibili soluzioni ai loro conflitti.
L’inattualità della “buona educazione” è, quindi, solo apparente. Essa impone, invece, un recupero salvifico.
Per tale ragione Animamediatica coltiva l’impegno ad affrontare temi anche complessi con un linguaggio che va incontro al lettore sensibile e curioso. Ci proponiamo di evitare gerghi tecnici e intellettualistici e di spiegare quello di cui parliamo, a ragion veduta.
In questi due numeri (Celare / Svelare Vol. 1 e Vol. 2), cercheremo con contributi di psicologi, letterati, studiosi, reporter, fotografi e videomaker, di indagare alcune originali sfaccettature dell’arte del “Celare” e dello “Svelare”.
In coda a questo editoriale troverete il link YouTube del cortometraggio (in lingua inglese e sottotitoli in italiano) della filmmaker Flavia Incitti, dal significativo titolo “Le buone maniere”. https://www.youtube.com/watch?v=tPOGmMhSCao
È dalle “buone maniere” a tavola che si può vedere come una società cresce e si evolve. Mentre un bambino telefona ad un amico per invitarlo a cena, una truppa di militari marcia verso lo spettatore. Mentre una voce ci elenca le regole del galateo, aerei di guerra e grafici distopici illustrano le mostruosità dei conflitti. Con un sorriso sarcastico invece che fare le giuste domande, ci mordiamo la lingua perché………….CENSURA.