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- L'Ultracorpo
La nostra epoca è caratterizzata dall’espansione incontrollata della tecnica che sembra capace di oltrepassare ogni confine, fino quasi a controllare la vita ed espellere la fragilità e la malattia del corpo. In conseguenza di ciò, assistiamo alla creazione di forme sempre nuove di «ibridazioni transumane». Attraverso le nuove biotecnologie, l’ingegneria genetica, la chirurgia, e a tutto ciò che rientra nell’ampio spettro delle «neuroscienze», lo psiche/soma va acquisendo la funzione di contenitore delle nuove scoperte, un territorio in cui coabitano il vivente e la macchina. Queste ibridazioni trasformano la concezione della vita ed entrano nella stanza di analisi dove, sempre più frequentemente, arrivano “nuovi pazienti”, portatori di configurazioni dello psiche/soma in cui l’inconscio si congiunge a contaminazioni tecnologiche. In questo eccesso di corpo – «L’Ultracorpo» – in cui il dettato vitale si aggancia al «brutale» funzionamento di congegni, lo psicoanalista ha probabilmente la necessità di disegnare nuove mappe di orientamento. Eppure, immersi nell’attuale pandemia, il destino dell’uomo si svela impietoso. La morte come parte e sorte della vita si mostra inevitabile come figura universale dell’umano.
Nel volume vengono raccolti i contributi presentati durante un Convegno, organizzato dal Centro Psicoanalitico di Roma che si è svolto a Roma il 18 marzo 2018. In quella sede alcuni psicoanalisti hanno esposto il loro lavoro clinico in questi territori, delineando le prospettive teoriche che da ciò si possono sviluppare. Il volume raccoglie anche le relazioni di medici impegnati nelle nuove frontiere della cura, che le tecnologie rendono oggi possibili, ed un intervento sulle tematiche bioetiche che queste comportano.