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Donna L’Ary è una giovane artista. I suoi quadri parlano di lei e dell’animo umano; la bellezza delle forme, dei colori e del bianco e nero ci permettono di entrare in contatto con l’angoscia del contenuto senza cadere nella disperazione. Per lei l’espressione creativa è stato il primo movimento terapeutico messo in atto. Come molti artisti ha potuto trovare nella creazione il modo di volgere verso la luce la sua energia vitale che rischiava di rimanere imprigionata nel buio, nel vuoto, nella dissociazione delle parti di sé, brutalizzata da un abuso.
Quei disegni sono poi diventati immagini di un libro, assumendo quindi ulteriori valenze, quelle del racconto di un percorso che possa: parlare ad altre ragazze e altri ragazzi costretti a vivere i suoi stessi incubi, per dare speranza; parlare agli adulti che stanno loro vicini, perché aprano gli occhi; parlare agli psicoterapeuti e ai medici perché continuino a cercare percorsi di cura efficaci per le conseguenze di vissuti traumatici.
Ecco i motivi per cui ho voluto far conoscere anche in Italia quest’opera. Il mio sarà un commento a questa straordinaria mostra di dipinti.