- Home
- Psicologia
- Stress, trauma e neuroplasticità
Già Freud sosteneva, nel suo “Progetto di una psicologia”, nel lontano 1895, che: “Un giorno sarà possibile rappresentare il funzionamento psichico negli elementi organici del Sistema Nervoso”.
La scoperta più interessante degli ultimi anni, nell’ambito delle neuroscienze, è stata sicuramente la dimostrazione che il pensiero, l’apprendimento e le esperienze di vita, in genere, sono in grado di apportare delle modifiche strutturali e funzionali al cervello non solo grazie alla neuro plasticità ma agendo anche sull’espressione genica (epigenetica).
Nel 1998, il premio Nobel Eric Kandel ha sostenuto che: “la modificabilità dell’espressione genica dovuta all’apprendimento è particolarmente efficace, tanto che ha portato a un nuovo tipo di evoluzione: l’evoluzione culturale…”.
La psicoterapia, intesa come l’influenza esercitata dall’ambiente sul comportamento è, a pieno titolo, una forma di apprendimento, in grado di produrre neuroplasticità cerebrale.
Il concetto di neuro plasticità è di recente introduzione nelle neuroscienze. Con esso si indica la capacità del sistema nervoso di modificare la sua struttura funzionale in risposta a una varietà di fattori interni o esterni. Il sistema nervoso è, infatti, dotato di capacità di adattamento a situazioni di stress o francamente patogene (traumi) mediante variazioni dei rapporti sinaptici, ma anche con la formazione di nuovi neuroni a partire da cellule staminali (neurogenesi). Le circuitazioni cerebrali coinvolte nell’elaborazione del vissuto sociale ed emotivo (attaccamento, empatia, memorie esplicite e implicite, etc.) vengono continuamente modellate dalle forze che incidono sul sistema nervoso, durante lo sviluppo prenatale e durante tutta la vita.
È stato dimostrato scientificamente che la psicoterapia può modificare, in senso curativo, la struttura e la funzione delle reti neurali disfunzionali sottese ai disturbi psichici.