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- Tamara de Lempicka: oltre l'apparenza
L’esistenza di Tamara de Lempicka è sempre stata circondata da un’aurea di trasgressione, e l’irrequietezza ha costituito la cifra stilistica della sua arte. La feroce vitalità che l’ha contraddistinta è risultata sempre in sintonia con un temperamento capriccioso e impositivo.
Nonostante il successo riscosso negli anni ’20 del secolo scorso, molti aspetti biografici e della sua produzione artistica restano avvolti nel mistero.
Gli studi e le ricerche di Chiara Luzi riescono a far luce sui suoi aspetti più oscuri ed enigmatici, tramite un’inedita lettura di fatti ed eventi della storia personale dell’artista e un’approfondita analisi delle sue opere, ripercorrendo la sua vita dall’Europa all’America e acquisendo interviste, documenti e inaspettate rivelazioni, nonché le testimonianze della sua principale biografa (Laura Claridge) assieme al diario dell’unica figlia Kizette.
Attraverso episodi nodali dell’infanzia e dell’adolescenza, l’autrice svela le motivazioni che hanno portato l’artista a produrre negli anni ’20 opere di grande impatto, suggestive e provocanti, in netto contrasto con quelle del decennio successivo, in cui il suo stile, subendo un duro colpo, si rivela più cupo e malinconico a causa del lento e progressivo peggioramento del suo stato psichico. Dopo un ulteriore aggravamento, la pittrice trova accoglienza presso una nota clinica svizzera. Ma nonostante questa difficile fase della sua vita Tamara, ostinata e irrequieta, continua a viaggiare con le nipoti e a dipingere affannosamente, per poi concludere la sua straordinaria esistenza in Messico, dando pace alle sue ceneri nelle viscere del vulcano Popocatépetl. Quale ultimo trasgressivo paradosso.