“Mamma cos'è il terremoto?” “È un gigante che abita sotto la Terra e quando ha freddo inizia a tremare. Può fare paura. Anche mamma ha avuto tanta paura. Però sto imparando a conoscerlo. E quando inizia a stiracchiarsi, noi possiamo ripararci ed aspettare che finisca di tremare”.
Questo dialogo è realmente esistito. Sono parole che sono nate in modo autentico: l’unica cosa sensata che mi è venuta in mente per tranquillizzare mia figlia. E per tranquillizzare me, in quella maledetta domenica del 30 ottobre 2016, quando la Terra, come se non fosse bastata la devastazione del Sisma del 24 agosto, ha iniziato di nuovo a tremare.
Cocciuta e testarda la natura: non vuole apprendere dall’esperienza. O forse sì. Forse è davvero profondamente saggia, in quanto cerca semplicemente di fare il suo corso. Ma il problema è che noi ci troviamo in mezzo: il dramma di questi avvenimenti è che spesso ci sentiamo spettatori inermi, impotenti.
Traumatizzati in attesa dell’ennesima scossa. Quella mattina, probabilmente il mio organismo si è volute ribellare a questo. Ho voluto dare un senso a ciò che stava succedendo, attraverso un linguaggio privo di ambiguità, ma sincero ed onesto, quale quello della Fiaba.
Il libro è dedicato a tutti coloro che, occupandosi a vario titolo dell’educazione infantile, vogliono essere facilitatori del processo di crescita del bambino in un’ottica di promozione del benessere, attraverso uno stile educativo coerente, affettivo, ma anche capace di porre sani e chiari limiti.
L’opera è suddivisa in cinque parti: la prima è dedicata alla visione dell’infanzia in un’ottica rogersiana, mentre la seconda riporta sia il grande contributo di Rogers nel campo educativo, nonché importanti riflessioni su cosa significhi educare un bambino da un punto di vista centrato sulla persona.
La terza parte offre una descrizione delle varie declinazioni dell’utilizzo della Fiaba nel contesto educativo in un’ottica centrata sul bambino, dalla lettura psicologica delle Fiabe classiche alla loro invenzione, sottolineandone la loro funzione di contenitore e trasformatore di vissuti emotivi dolorosi e difficilmente simbolizzabili, non solo dal bambino ma anche dai genitori; capaci, cioè, di tradurre e dare voce a ciò che emerge dall’organismo infantile, in termini di disagio e conflitti (come ad esempio, vissuti di sofferenza legati ad un lutto, alle paure di separazione…).
Paco, le nuvole borbottone e altri racconti
Gli autori
Carubbi Francesca
Psicologa, psicoterapeuta